È la vite l’elemento più evidente del paesaggio della Valpolicella e il vino ha impregnato la vita quotidiana dei suoi abitanti. Gli uomini che hanno attraversato questa terra non hanno saputo resistere al suo fascino e si sono lasciati emozionare dai rossi della Valpolicella, dai suoi profumi di fico e prugna, dai sentori di ciliegia rossa matura, ma anche di tabacco, cuoio, spezie, resina e cioccolato. Le sue origini sono antichissime. La specie Vitis Vinifera sativa è stata rinvenuta in un sito archeologico dell’Età del Ferro nella zona di Castelrotto mentre l’inizio della produzione vinicola si può ricondurre ad un periodo tra il VII e il V sec. a.C. Se ne parla nelle Georgiche di Virgilio e negli scritti di Svetonio, dove si racconta di un vino retico, mentre in documenti successivi alla caduta dell’Impero Romano si cita l’Acinatico, prodotto con la tecnica dell’appassimento delle uve, antenato dell’attuale Recioto. Nel ‘700, epoca dei grandi trattati di enologia, si parla dell’usanza dell’appassire le uve ma è nell’800 che i vini della Valpolicella trovano maggiore apprezzamento: supremo vino d’Italia, è la definizione ritrovata in un articolo nella Parigi delle grandi esposizioni. Il disciplinare che li tutela è datato 1968 e vede apportate negli anni diverse modifiche fino a giungere all’attuale suddivisione dei vini DOC e DOCG: Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Valpolicella Superiore, Amarone e Recioto della Valpolicella. Le uve autoctone hanno nomi bellissimi, Corvina Rondinella, Molinara, Negrara, Rossignola, Oseleta, Pelara etc. ed è proprio la Corvina gentile che caratterizza maggiormente questi vini, insieme alla Rondinella. 

 

I vini Valpolicella Recioto ed Amarone sono ottenuti tramite tecniche di vinificazione in rosso, che prevede mosti che fermentano con le parti solide, bucce, vinaccioli ed eventuali raspi. Superiore prevede una selezione maggiore nel vigneto ed un affinamento più lungo, di conseguenza un grado alcolico più importante. Amarone e Recioto sono vini ottenuti da uve appassite per 2, 3 mesi, a seconda dell’annata. L’affinamento secondo disciplinare prevede almeno 2 anni per l’Amarone. Il Ripasso è invece un vino ottenuto dalla rifermentazione del Valpolicella d’annata con le vinacce dell’Amarone, una tecnica che consente di ottenere un Valpolicella con maggiore corpo, grado alcolico, morbidezza, profumi e colori più intensi. 

 

Lasciamo la degustazione al momento della Vostra visita nella nostra trattoria e vi racconteremo con dettagli e aneddoti la storia di questi vini, le tecniche ma anche i produttori, le persone e i territori che sono l’ingrediente più importante di un vino, insieme al terroir e alla tradizione. La nostra carta è dedicata alla Valpolicella, con qualche divagazione verso territori di grande cultura enologica, vicini o più lontani, che ci appassionano e che sanno bene accompagnare i nostri piatti. 

 

 

Il territorio della valpolicella